Da brividi! Ho viaggiato decine di volte dal Brasile
all'Italia e viceversa, è un’esigenza di noi persone erranti nate in un
luogo e vissute in un altro. Il percorso
necessario per spostarsi all'ennesimo viaggio, dopo tanti anni e molte vicissitudini, si carica di emozioni ataviche. Questa volta non si parte da Roma ma da Lisbona, in una
splendida giornata autunnale. È bastato guardare dall'oblò, mentre l’aereo decollava dalla capitale portoghese, e come per magia sensazioni ataviche hanno ripreso vita. Il Tago come allora scorre tranquillo, Lisbona
è adagiata e splendida, la Torre di Belém si apre sull'Oceano e dall'altra
parte c’è il Brasile. Ecco ritrovarmi sullo scenario di “Pau Brasil” quando la
Corte portoghese partì precipitosamente per sfuggire alle truppe napoleoniche con il suo carico di uomini e donne, con le paure tipiche delle partenze, con
la “saudade” caratteristica propria dei portoghesi, navigatori per necessità premuti tra la Spagna e l’Oceano. Sì cari sostenitori della globalizzazione non avete capito proprio nulla. I sentimenti, per chi li ha, sono legati alle
tradizioni, ai luoghi e ai profumi che abbiamo sentito e percepito alla nascita.
Il bisogno legato alla sopravvivenza ci può portare a vivere in un posto
rispetto all'altro, però la nostra essenza rimane attaccata ai luoghi
originari. Si spiega così il perché nei vari “Nuovi Mondi”, Americhe ed Oceania, ci si arrocca alle antiche tradizioni creando aggregazioni come le varie
Chinatown, le Little Italy, le “culture” Sirio-Libanesi e via tutte le
popolazioni a unirsi tra consimili. Quando questo non avviene spesso si crea
una rottura foriera di spersonalizzazione, con il suo carico di psico drammi e
di solitudine. L’essere umano nel suo lungo percorso ha dovuto racchiudersi
in comunità per non sentir paura dell’ignoto, del mistero del vivere, per questo ha creato interessi comuni, usi, religioni, tradizioni ancestrali. Tutto ciò serve ad affrontare la difficoltà nel non saper dar
risposta alle proprie inquietudini e quando questi vengono a meno troviamo soggetti
disadattati, come i giovani musulmani, corpi estranei nelle nostre società. Loro pur vivendo tra noi per sentirsi a "casa" vorrebbero portare la sharia in Europa. Volevo tuttavia parlare di emozioni, di partenze con il loro carico di speranze e di tristezza.
Sono felice di questo viaggio. Non appena cominciato ha riallacciato nodi
antichissimi, mi sento portoghese, fiamminga, romana, etrusca. Amo
svisceratamente la cultura europea, la sua arte, la sua letteratura, la sua
filosofia, benedetti siano i Greci. Ci hanno donato una ricchezza immensa spesso violentata da idioti, cretini, mistificatori che purtroppo servono a ricordarci le nostre imperfezioni di esseri
umani. Figlia ti amo e mi manchi già... e questa è saudade.
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