Tolleranza è un vocabolo orticante
perché sono gli insofferenti a adoperarlo di più, ossia le persone che hanno meno
pazienza verso le idee altrui. Lo avvolgono, come si fa con le pillole amare
per renderle digeribili, facendo leva su sentimenti alti e indiscussi, tuttavia,
le medicine hanno un fine utile, al contrario quel che resta della tolleranza è
un mucchietto di cenere. La scena raffigurante il rogo del medico e teologo
spagnolo Miguel Serveto rende bene l’idea. Poveretto, spirò dopo mezz'ora di
agonia tra le fiamme, condannato da Calvino, che anni prima aveva “protestato”
contro la chiesa di Roma per la sua intolleranza. Sosterrà la sua incoerenza
nell'impossibilità di “tollerare” chi bestemmia Dio, una forzatura a validare
la sua tesi rispetto a quanto dichiarato da Serveto, contrario alla trinità e alla
duplice natura di Gesù, ritenendolo Dio. Tolleranza, intolleranza? Gridiamo a
perdifiato BASTA tolleranza. Esistono leggi e regole in una società civile e
democratica. A chi non piace, libertà di modificarle attraverso regole
democratiche, oppure varcando i confini per cercare un luogo adatto al proprio
stile di vita. Sussultano da molti anni imbonitori e mercanti in fiera, tutti a
tirare la popolazione europea per il bavero, a presentare una merce adulterata,
di cui non si conosce l’origine. Dopo il capodanno con le violenze a Colonia,
si scoprono altre storie in molte città d’Europa, e per evitare o ritardare la
presa di coscienza della gente tenute nascoste da tempo. Fioriscono nei
giornali e nella televisione un risveglio delle migliori intelligenze, si
scopre che la maggior parte dei migranti che fuggono dalle guerre sono uomini.
Strano vero? Non mettono a salvo donne e bambini, noooo. Questi vengono lasciati a patire le peggiori
atrocità, vittime di violenze indescrivibili. Partono gli uomini, quelli che
dovrebbero stare lì a combattere, a difendere case e città. Ma guarda un po',
adesso si scopre che il 90% dei migranti arrivati in Italia sono maschi! Avevano
tutti le bende agli occhi, a cominciare dai nostri politici, e buonisti di
turno? Facciamo una bella cosa, mandiamo lor signori a casa e al loro posto
prendiamo anziani, donne e bambini. Facciamolo di corsa, perché ormai non è un
sospetto che ci stanno invadendo con le peggiori prospettive per il nostro
futuro, e soprattutto che troppi papaveri guadagnano e hanno guadagnato con l’ipocrisia
dell’accoglienza.