Mettiamola così, non riuscendo più in Occidente a stare con i piedi per
terra, negli ultimi anni il demonio si è organizzato e ha preparato un piatto
che ci vede quasi cotti a puntino. Il demonio non è un singolo soggetto, agisce
in gruppo, e allestisce trappole perché noi, gli allegri idioti, ci finiamo
dentro, felici e contenti. E’ accaduto che nell'ultimo secolo, i nostri nonni e
genitori abbiano patito due conflitti mondiali, hanno sgobbato parecchio,
potendo però lasciarci il frutto di tale lavoro: l’affidamento, in comodato d’uso,
di una società libera, con ampie tutele sul lavoro, sicurezza, istruzione. Noi
non abbiamo ringraziato per il lavoro sporco, per la fatica nel dover
affrontare una ricostruzione con tante insidie, le poche ore di svago e i sacrifici
per lasciare questa prosperità. No, abbiamo dissacrato le loro idee, sbeffeggiato
l’onestà, l’integrità, la rettitudine, prendendoli in giro per l’ingenuità di
una vita semplice. Adesso che abbiamo smantellato i pilastri dell’umana
convivenza, inneggiando ai “privilegi” personali, vedremo quanto saremmo bravi
a cavarcela. La crisi nata dalla voracità finanziaria ha cominciato a diminuire
i diritti, sembrava impossibile che accadesse, eppure è avvenuto. Mentre noi negli
anni passati scendevamo in piazza per i più disparati motivi, il demonio ha
deciso che da queste parti gli operai costavano troppo e, con un pianeta grandino,
le industrie potevano essere spostate in luoghi più compiacenti. Adesso alcuni cominciano
a sospettare dei migranti, persone con minor coscienza dei loro diritti, e
diciamolo pure, abituati a sgobbare più di noi. Tanto per fare
un esempio, non avremmo dubbi sulla scelta tra
un’altezzosa e scontrosa commessa o impiegata, e una migrante dolce e sorridente. Il demonio è un tipino interessante perché dividendosi e moltiplicandosi, trova mille artifici come il TTIP, un Trattato
Transatlantico sul commercio e gli investimenti promosso nel luglio 2013 (guarda caso in piena crisi!) tra gli Usa e l’Unione Europea. Divertente che noi comuni mortali, ancora elettori, ne sentiamo parlare marginalmente, trapela pochissimo; la sua stesura è segreta e sconosciuta anche dai parlamentari nazionali. L’obiettivo dell’accordo è integrare il mercato americano ed europeo, riducendo dazi doganali, rimuovendo barriere non tariffarie, standardizzando qualità e regolamenti. Per intenderci, un gruppo di signori spinti da una settantina di multinazionali, e chissà quanti lobbisti, sta decidendo sopra le nostre teste, di approvare delle norme che possono cambiare le regole all'interno di uno Stato, annullando le garanzie di tutela dei cittadini. Basterà che una determinata impresa intenti una causa per “perdita di profitto”, e uno Stato si troverà a mandare all'aria i diritti sociali. Se litighiamo adesso perché vogliono imporre all'Italia la mozzarella fatta con il latte in polvere anziché con quello fresco, immaginate cosa succederà con il TTIP! L’elogio alla follia, chiediamo perdono al buon Erasmo, è che tutto passa per le mani di pochissime persone, il trasvolo oltreoceano di molti politici europei e di casa nostra, insospettisce non poco. Con una ratifica possiamo veder sospesi diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente, di cittadinanza, scompaginando conquiste sociali dell’ultimo secolo. Tutto in barba alla democrazia. Qualcuno mi vuole spiegare perché scrivere articoli sulla paura dei cinesi per la “Magna Carta”, esposta a Pechino nella riservata ambasciata inglese anziché nell'Università del Popolo, per diniego dell’autorizzazione, rimarcando la censura, e assolutamente nessuno indaga sul TTIP? Intanto con l'anno scolastico iniziano le liti sui menù scolastici, alcune mamme si lamentano della bieta surgelata e della mancanza di menù biologico; altre con bambini piccoli dell'orario, troppo presto o troppo tardi se lavorano. Buon appetito Demonio!
un’altezzosa e scontrosa commessa o impiegata, e una migrante dolce e sorridente. Il demonio è un tipino interessante perché dividendosi e moltiplicandosi, trova mille artifici come il TTIP, un Trattato
Transatlantico sul commercio e gli investimenti promosso nel luglio 2013 (guarda caso in piena crisi!) tra gli Usa e l’Unione Europea. Divertente che noi comuni mortali, ancora elettori, ne sentiamo parlare marginalmente, trapela pochissimo; la sua stesura è segreta e sconosciuta anche dai parlamentari nazionali. L’obiettivo dell’accordo è integrare il mercato americano ed europeo, riducendo dazi doganali, rimuovendo barriere non tariffarie, standardizzando qualità e regolamenti. Per intenderci, un gruppo di signori spinti da una settantina di multinazionali, e chissà quanti lobbisti, sta decidendo sopra le nostre teste, di approvare delle norme che possono cambiare le regole all'interno di uno Stato, annullando le garanzie di tutela dei cittadini. Basterà che una determinata impresa intenti una causa per “perdita di profitto”, e uno Stato si troverà a mandare all'aria i diritti sociali. Se litighiamo adesso perché vogliono imporre all'Italia la mozzarella fatta con il latte in polvere anziché con quello fresco, immaginate cosa succederà con il TTIP! L’elogio alla follia, chiediamo perdono al buon Erasmo, è che tutto passa per le mani di pochissime persone, il trasvolo oltreoceano di molti politici europei e di casa nostra, insospettisce non poco. Con una ratifica possiamo veder sospesi diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente, di cittadinanza, scompaginando conquiste sociali dell’ultimo secolo. Tutto in barba alla democrazia. Qualcuno mi vuole spiegare perché scrivere articoli sulla paura dei cinesi per la “Magna Carta”, esposta a Pechino nella riservata ambasciata inglese anziché nell'Università del Popolo, per diniego dell’autorizzazione, rimarcando la censura, e assolutamente nessuno indaga sul TTIP? Intanto con l'anno scolastico iniziano le liti sui menù scolastici, alcune mamme si lamentano della bieta surgelata e della mancanza di menù biologico; altre con bambini piccoli dell'orario, troppo presto o troppo tardi se lavorano. Buon appetito Demonio!