Il sistema centrale italiano è costituito da una miscela esplosiva, in ogni caso capace di formare persone eccezionali. Comprendere l’Italia è assai difficile per gli stranieri, sono conquistati dalle belle città, dalle opere d’arti, ne apprezzano la letteratura e la genialità diffusa in tutti i periodi storici, quasi senza deroghe. Una buona parte degli italiani, accerchiata dalla bellezza, neanche se ne accorge, e violenta paesaggi e città, con un’insensibilità uguale o peggiore a quella dei saccheggi di antica memoria. Viene da pensare che natali dell’ingegno, sia crescere in una società indisposta verso gli esseri dotati, mossa da malanimo nei confronti delle personalità laboriose. Mentre il proverbio “mal comune mezzo gaudio”, richiama la condivisione dei mali per trovarli dimezzati, il “schadenfreude” tedesco, alletta sostenendo il piacere provocato a guardare la sfortuna altrui. Non sappiamo quando i due si sono incontrati, però hanno partorito un gioco, dove una moltitudine è propensa a sabotare gli altri, a sminuire capacità, a insegnare e codificare regole tirandosi fuori, eccezione fatta per le persone della propria famiglia o gli adulatori. E’ forse una maledizione essere gli eredi di tanta gloria e magnificenza; nel DNA scorre una presunzione risentita che non riuscendo a sfociare in una grande impresa, s’incanala in rancore verso gli altri. Questo rende difficile lavorare in gruppo; c’è l'avversione a condividere un progetto, lo sforzo è speso per smontare il lavoro dei più laboriosi; importante è la spasmodica necessità di accentuare il proprio ruolo, con fanatico personalismo. Quando i cani fanno pipì per marcare il territorio, si ha un’idea di
come agiscono italiani e italiane, ossia passano la vita a segnare il proprio cammino. E’ una pena
perché un italiano ovunque espatria, riesce sempre a emergere, ha sempre una marcia in più, un’impronta che lo caratterizza. Bisogna prendere coscienza che dentro lo “stivale” c’è un popolo qualificato, le politiche social-comuniste qui valgono poco, tutti confidano d’essere migliori o più furbi del vicino; siamo “tutti uguali” per chi parla, vale dal gradino superiore della scala. I poteri forti hanno sempre sfruttato questa dinamica, mettono l’uno contro l’altro per raggiungere i loro scopi, lasciando alla popolazione i resti. In tempi di crisi ne consegue un impoverimento generale, il venir meno dai diritti dati per scontati: la pensione, la scuola, la sanità, la sicurezza. A cosa serve litigare tra operai e imprenditori, impiegati e commercianti? Gli imprenditori possono andare all'estero come vediamo sempre più spesso. Il commerciante se non riesce a resistere deve chiudere, perché una cosa è certa, se non hai uno stipendio garantito per tredici o più mensilità, pagato anche quando sei in ferie, non stai aperto solo per pagare le tasse, sostenendo per anni un rischio d’impresa, al chiodo anche se malato perché non ti corre lo stipendio. Per mungere la mucca la devi far mangiare bene. In questo sta l’astuzia dei politici, della loro corte e di chi maneggia la ricchezza, plasmano e accrescono lo scontro fuori mantenendo per sé i benefici. Il desiderare il male agli altri, l’invidia derivata dall'insoddisfazione, amplia il disagio tra comuni mortali, gli altri continuano a suonare la cetra.